Schiaffo della Consulta al governo Meloni: “Due mamme? Si può”

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Schiaffo della Consulta al governo Meloni: “Due mamme? Si può”

Schiaffo della Consulta al governo Meloni: “Due mamme? Si può”

La sentenza della Corte Costituzionale

La Consulta pone riparo all’inerzia della destra con una sentenza che rimedia alle criticità della stepchild e riconosce legittimità alla maternità intenzionale

Photo by Mauro Scrobogna / LaPresse
Photo by Mauro Scrobogna / LaPresse

Sarà un caso ma anche stavolta la Corte costituzionale è intervenuta lo stesso giorno con due sentenze fondamentali sul tema della genitorialità delle coppie omosessuali.

Nel 2021 si è trattato delle sentenze gemelle con cui la Corte ha ritenuto che il ricorso all’adozione in casi particolari per i figli nati in Italia ma concepiti all’estero grazie al ricorso alla fecondazione eterologa da parte di una coppia femminile e alla gestazione per altri da parte di una coppia maschile costituiva senz’altro una forma di tutela degli interessi del minore significativa ma non ancora del tutto adeguata perché non attribuiva la genitorialità dell’adottante. La Corte costituzionale, preso atto una volta ancora dell’inerzia del legislatore, ha rotto gli indugi ed ha dichiarato che in una coppia lesbica che ha condiviso il progetto di genitorialità madre biologica e madre intenzionale devono avere gli stessi diritti e gli stessi doveri in nome del superiore interesse del bambino ad avere lo stesso legame giuridico con entrambi i componenti della coppia.

La soluzione della cosiddetta stepchild adoption si esponeva infatti a rilevanti criticità: era subordinata all’assenso della madre biologica; non consentiva al minore di avere rapporti giuridici personali e patrimoniali con i parenti della madre intenzionale (divieto dichiarato incostituzionale dalla Corte sempre nel 2022); non tutelava adeguatamente la madre intenzionale in caso di rottura del rapporto di coppia. Da oggi in poi, invece, le due madri saranno poste sullo stesso piano, con pari diritti e doveri reciproci e nei confronti del figlio che entrambi hanno voluto. Poiché la sentenza è auto applicativa, non occorrerà una legge ma una circolare del Ministro dell’Interno che dia disposizioni agli Uffici anagrafe affinché riconoscono lo status di genitore alle madri intenzionali, sia per quelle future sia per quelle passate oggi considerate solo adottive.

Attenzione però a non trarre da tale sentenza un pari diritto in tal senso per le coppie omosessuali maschili. Al contrario infatti della fecondazione eterologa, pratica ammessa per le coppie etero e vietata come illegittima per le coppie lesbiche, la maternità surrogata – cui ovviamente le coppie omosessuali maschili devono far ricorso per procreare – rimane un comportamento ben più grave, perché reato esteso addirittura a livello universale. Quindi per le coppie omosessuali maschili il genitore intenzionale rimane adottivo a costo però di autodenunciarsi e di esporsi al rischio di una condanna penale. Per questo si dice che il reato universale di gestione per altro ha un effetto principalmente dissuasivo.

Né, infine, c’è contraddizione tra la significativa apertura di questa sentenza con la chiusura della coeva sentenza all’accesso da parte della donna single alla fecondazione eterologa. Qui infatti, scrive la Corte, non siamo in presenza di un bambino già nato i cui diritti occorre tutelare ma di un bambino che si pretende di far nascere in nome di un ipotetico diritto alla genitorialità. La Corte nega che nel nostro ordinamento vi sia un tale diritto perché è sempre meglio che si creino le condizioni perché un bambino abbia due genitori anziché uno.

Né c’è contraddizione con la sentenza con cui la Corte poche settimane fa ha aperto alla adozione internazionale dei single perché, ancora una volta, siamo in presenza di un bambino già nato che, nel nome del suo interesse, è meglio che sia adottato anche da un single anziché rimanere in uno stato di abbandono, disagio o povertà. Rimane comunque ferma la discrezionalità del legislatore ad aprire la fecondazione eterologa anche ai single. In definitiva, la Corte con queste due sentenze sembra essersi spinta fino alle colonne d’Ercole in tema di filiazione delle coppie omosessuali. Oltre è compito del legislatore, anziché del giudice, intervenire.

l'Unità

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